asta rete brasile expo
asta rete brasile expo
Advertisement

È stato uno degli oggetti del desiderio di Expo.

Per sei mesi è stata fotografata e soprattutto calpestata da quanti hanno fatto la fila per poterci salire. Tanto che  –  era stata la prima ipotesi  –  si era pensato di donarla al Comune, che avrebbe fatto rivivere un pezzo di Esposizione nei parchi della città.

Ma adesso la rete del Brasile è spuntata su un sito Internet specializzato in aste. Si parte da una base di 500mila euro, rilanci da 20mila euro. Eccolo, il prezzo di un souvenir di Rho-Pero. Anche se volendo  –  e soprattutto potendo  –  si può conquistare l’interna struttura del padiglione per un milione e 600mila euro. Vince chi offre di più entro il 18 gennaio. Chissà se qualcuno, questa volta, si metterà in coda.

Advertisement
Taste & Venue consulting Banner
Taste & Venue consulting Banner
Taste & Venue consulting Banner
Taste & Venue consulting Banner

Inoltre, Expo ha deciso di mettere all’asta alcuni elementi che hanno caratterizzato l’Esposizione 2015.

 

Bandiere, pali, statue, installazioni, elementi che per sei mesi hanno fatto bella mostra di sé a Rho. Tutti pronti a dividersi per sempre, tutti pronti a viaggiare in attesa di una nuova casa. Il dopo Expo “perde i pezzi”, o almeno è quello che spera l’organizzazione, impegnata in una fondamentale “alienazione di beni immobili”.

La decisione dell’organizzazione è arrivata durante l’ultimo Cda, quello che ha cominciato a fornire i primi dati su costi e ricavi dell’Esposizione.

“La Società Expo 2015 Spa – si legge nell’avviso di asta pubblica per alienazione di beni immobili – a seguito della conclusione delle attività relative alla gestione e realizzazione dell’Esposizione Universale avvenuta a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, ha la necessità di procedere alla vendita di alcuni beni che, all’esito dell’Evento espositivo, non risultano più utili e, pertanto, devono essere dismessi”.

A finire all’asta saranno cinque lotti, tutti “da vendere unitariamente”. Il primo lotto contiene “l’installazione Bandiere di Expo Milano 2015”. Si tratta, in sostanza, dei 159 pali portabandiera che sono tutt’oggi sistemati tra piazza San Babila e piazza Cairoli. Un po’ più affascinante è il lotto numero 2, che offre le “statue Il popolo del cibo di FerrettI”. In vendita andranno le ventidue sculture in vetroresina e alluminio, alte tre metri e mezzo ciascuna, ideatE da Dante Ferretti per rappresentare la varietà alimentare.

Lo stesso scenografo è il responsabile del lotto numero 3, che mette all’asta “l’installazione Mercati di Ferretti”, le sette riproduzioni di mercati che durante i sei mesi di Expo hanno attirato i presenti lungo il Decumano.

Chi si aggiudicherà il lotto numero 4, invece, dovrà pazientare e aspettare che “Agorà”, una sorta di pagliaio gigante, torni da piazza Castello a Torino, dove è attualmente posizionato. Abbastanza grande, a dire poco, è anche l’installazione offerta dal lotto numero 5, “l’Expo Navigator Pavillion”, la struttura progettata dall’archistar Italo Rota usata come spazio di accoglienza e presentazione durante l’Esposizione di Milano.

“L’asta – spiega il bando – si terrà con il metodo dell’offerta segreta e l’aggiudicazione avverrà con il criterio del prezzo più alto riconosciuto ad Expo 2015 S.p.A. per ogni singolo lotto posto in vendita”. Per presentare la propria offerta c’è tempo fino alle 12 del 21 gennaio.

Chiunque sia interessato deve inviare la propria richiesta di partecipazione e offerta – sancisce il bando – “a mezzo raccomandata del servizio postale, ovvero mediante agenzia di recapito, entro le ore 12 del giorno 21/01/2016 indirizzata alla Società Expo 2015 S.p.A. – Ufficio Procurement – Via Carlo Pisacane n. 1 – 20016 Pero (Mi)”.

Oltre alle carte, naturalmente, chi vorrà partecipare all’asta dovrà versare una cauzione provvisoria di cinquemila euro per ciascun lotto. Per sapere i vincitori, poi, basterà attendere l’apertura delle offerte che avrà luogo, in seduta pubblica, il 21 gennaio alle 15.30 presso la sede di Expo in via Carlo Pisacane 1 a Pero.

Fonte: Repubblica.it / MilanoToday.it

Advertisement