mediateca santa teresa
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MEDIATECA SANTA TERESA: è partito il progetto di rifacimento della struttura con l’obiettivo di diventare un polo aggiornato della cultura digitale.

La Mediateca Santa Teresa di via della Moscova 28 cambia aspetto per mettersi al passo con la Pinacoteca di Brera e la Biblioteca Braidense che sono sotto la stessa alla gestionale: muri affrescati, pavimenti risistemati, nuovo look per il giardino e le pareti perimetrali del cortile.

Al progetto di restyling hanno collaborato Studiolabo per il rifacimento dell’area verde, mentre l’azienda Oikos ha offerto le vernici per le pareti e Iris- Fmg ha realizzato il pavimento del dehors del bar (con pietra modica) e decorato i muri che circondano la struttura. Le lastre di ceramiche sono state lavorate con una tecnica di grafica laser per ricreare la rete metropolitana milanese.

Questo è il primo passo verso il rilancio complessivo della struttura come spiega il direttore James Bradburne «Bisogna rimettere in discussione il ruolo della mediateca. In comune con gli altri due centri ha la creatività, ma ha anche aspetti che la differenziano. Ognuno oggi con il proprio cellulare può realizzare un video, ad esempio. È un luogo di cultura contemporanea partecipata. Servono programmi e investimenti. È uno spazio che va potenziato per essere all’altezza di una città dinamica come Milano. Gli appuntamenti in mediateca dei Design Days sono stati solo un’anteprima di quello che sarà».

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Attualmente il polo di via della Moscova è una proprietà del Comune data in comodato d’uso alla Biblioteca Braidense e al ministero dei Beni culturali, si articola su tre livelli. La struttura risale alla fine del XVII secolo e ospitava la chiesa di Santa Teresa. Nel 1974 è stata acquistata da Palazzo Marino. È frequentata soprattutto da giovani in cerca di un luogo tranquillo per studiare, ma non è mai riuscita a diventare un polo aggiornato della cultura digitale. Bradburne progetta di« aprirla tutti i pomeriggi (ora solo due) e anche di sera, è un luogo fatto per i giovani». L’ipotesi potrebbe essere un cineforum, con annesso caffè. Si parla anche di digitalizzare tutto il catalogo.

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