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BOCCONI:  negli ultimi 10 anni 25 finanziamenti, per un totale di 26 milioni di euro

Bocconi premiata come l’università italiana che, negli ultimi dieci anni, ha portato a casa il maggior numero di finanziamenti per i fuoriclasse della ricerca. Sono i grant dell’Erc (European Research Council) considerati una sorta di premio alla qualità della ricerca e riconoscimenti del livello raggiunto negli studi di qualsiasi genere. I ricercatori che fanno riferimento all’ateneo di via Sarfatti, dal 2007, anno di nascita dell’Erc, a oggi, se ne sono aggiudicati ben 25 per un totale di 26 milioni di euro.

E sono al primo posto in Italia, seguiti dal Cnr e dalla Sapienza di Roma che ne hanno ottenuti 20, l’università di Padova (18) e quella di Trento (17). In tutta Italia sono arrivati 608 milioni di euro, per 380 grant di cui 241 rivolti a giovani. Sono invece 313 i ricercatori italiani che hanno ottenuto il finanziamento ma che hanno scelto di lavorare per università estere. Il finanziamento infatti viene dato ai singoli sulla base del loro progetto di ricerca. Sono poi loro a decidere in quale istituto fare “base”.

Accedere a fondi dell’Erc è tutt’altro che semplice. Oltre al fatto che la competizione è altissima, le procedure di selezione sono molto rigide e severe: ad esempio i nomi dei commissari che decidono le assegnazioni sono segreti fino all’ultimo e prima di ricevere i fondi i ricercatori che hanno superato la prima fase vengono messi sotto torchio con interviste sui loro progetti direttamente nella sede dell’Erc a Bruxelles. Fatiche che però alla fine vengono premiate: oltre agli ingenti finanziamenti (oltre un milione a progetto quelli arrivati in Bocconi), i vincitori entrano nel gotha della ricerca internazionale. Basta pensare che i beneficiari dell’Erc hanno vinto riconoscimenti prestigiosissimi, tra cui 6 Nobel, 3 medaglie Fields per matematici, 5 premi Wolf per scienziati.

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Il primato di via Sarfatti è arrivato grazie al contributo di 19 ricercatori, tra cui figurano anche Tommaso Nannicini (ex sottosegretario all’economia e consulente economico di Matteo Renzi) che ha portato avanti una ricerca sull’avanzamento delle carriere politiche, e Guido Tabellini (ex rettore della Bocconi) con un lavoro del 2008 sull’influenza di valori, atteggiamenti e credenze sull’operato delle istituzioni governative.

“Essere primi in Italia è un risultato che ci conforta molto – dice Gianmario Verona, rettore della Bocconi – e che è frutto di una scelta fatta anni fa, quella di investire sul corpo docente. Si è deciso che la Bocconi fosse un’università in cui la creazione di conoscenza avesse un ruolo nobile come quello dato alla didattica. Questo ha per altro comportato un cambiamento del sistema di incentivi del corpo docente: non solo premialità in base alla performance in aula, ma anche in base ai risultati da un punto divista scientifico, ovvero la capacità di pubblicare su riviste di alto livello”.

Non solo i ricercatori bocconiani sono tra i premiati dell’Erc. Giuseppe Testa del dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia della Statale ad esempio ne ha ricevuti due per i suoi studi sulle malattie del sistema nervoso. Sempre nell’ateneo di via Festa del Perdono sono stati selezionati anche Michele Ceotto, studioso di chimica teorica, e Anna Moroni docente di fisiologia vegetale. Numerosi anche i ricercatori del Politecnico che hanno ottenuto il finanziamento.

Segnali incoraggianti per Milano, in un panorama che vede l’Italia a metà classifica rispetto agli altri paesi europei per quanto riguarda la capacità di guadagnarsi fondi Erc. Al primo posto indiscusso c’è il Regno Unito, seguito da Germania e Francia. L’Italia oscilla invece tra il sesto e l’ottavo posto, a seconda della fascia di “anzianità” degli studiosi a cui si rivolgono i fondi (tre le categorie: starting, consolidator e advanced).

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