PORTA VENEZIA
PORTA VENEZIA
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PORTA VENEZIA: Art Week di Milano i bastioni sono stati ricoperti dal giovane artista ghanese Ibrahim Mahama.

In collaborazione con la Fondazione Trussardi Sacchi di caffe e cacao hanno ricoperto i due caselli daziari di Porta Venezia.

Gli arazzi di juta cuciti a patchwork, che hanno avvolto i simboli del ‘vecchio confine milanese tra la città e campagna’, sono la nuova installazione del giovane artista ghanese Ibrahim Mahama.

In occasione dell’Art Week di Milano (dall’1 al 7 aprile) l’artista presenterà la sua opera dal titolo “A friend”, visitabile fino al 14.

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L’idea di Ibrahim Mahama è quella di portare un po’ del suo paese nel nostro e spingere gli spettatori a guardare i caselli non più come semplici monumenti, ma alla luce della loro origine storica e della loro funzione simbolica. La juta, infatti, in questo senso riporta il suo valore come oggetto di scambio ricorrente che si trova nelle case, nelle botteghe e nei mercati africani.

Il nome della Porta, prima del 1859, non era Venezia, bensì Orientale. Nel 1859 si volle onorare la città veneta ancora sotto il dominio austriaco ed entrata a far parte del Regno d’Italia nel 1866. Anche la fortificazione, di conseguenza, si chiamava prima del 1859 “Bastioni di Porta Orientale”. Il nome originale, assegnato all’epoca della costruzione spagnola nel XVI secolo, era Bastione di San Dionigi.

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