PIAZZALE BAIMONTI
PIAZZALE BAIMONTI
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PIAZZALE BAIAMONTI: dal distributore di benzina a un edificio di pregio e nuove aree verdi, ecco come cambierà il piazzale.

Entro fine anno il bando per il completamento del progetto di Herzog & De Meuron rivisto alla luce dei ritrovamenti archeologici. Già in lavorazione i progetti per portare più verde e alberi nell’area.

Là dove c’era un distributore di benzina, e alcuni secoli prima le mura dell’antica città, domani ci sarà un progetto architettonico di respiro internazionale, oltre a una diffusa area verde alberata tra viale Crispi, viale Pasubio e i Bastioni di Porta Volta.

È questo il futuro di Piazzale Baiamonti, raccontato oggi dall’Amministrazione, la Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio e i progettisti dello studio Herzog & De Meuron, che hanno disegnato l’edificio della Fondazione Feltrinelli e la seconda ‘piramide’ che sorgerà nell’area adiacente lungo viale Montello, alle spalle del casello daziario.

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Durante la conferenza a Palazzo Litta, organizzata dalla Soprintendenza e dal Comune, sono stati illustrati i rinvenimenti, la storia e il futuro di questa parte di città nella sua nuova architettura, tra le più significative di questi ultimi anni a Milano, che vuole essere un esempio positivo di come il nuovo e la variante archeologica possano camminare insieme.

Un passo indietro. La riqualificazione di piazzale Baiamonti rientra nell’ambito del Piano Integrato di Intervento riguardante le aree comprese tra i viali Pasubio, Montello, Crispi, Bastioni di Porta Volta e lo stesso piazzale, approvato dall’Amministrazione nel 2010, che prevedeva la realizzazione di un progetto di elevata qualità architettonica firmato dallo studio Herzog & De Meuron. Si tratta dell’edificio della Fondazione Feltrinelli, completato nel 2016 e in poco tempo diventato uno dei simboli del nuovo skyline di Milano, che originariamente avrebbe dovuto “specchiarsi” su una “piramide” gemella lungo un’area comunale di viale Montello, dove per quasi 60 anni è stato attivo un distributore di benzina. Le bonifiche eseguite da Tamoil Italia Spa, in seguito alla dismissione dell’impianto di distribuzione di carburanti nel 2017, hanno portato alla luce le vestigia dei bastioni delle mura spagnole.

I ritrovamenti archeologici del Bastione spagnolo di Porta Comasina

Durante lo smantellamento della Tamoil sono affiorati appena sotto il massetto cementizio della pavimentazione a – 40 centimetri di profondità tratti significativi del bastione delle mura spagnole a sinistra della Porta Comasina. È la cuspide più avanzata delle mura spagnole a nord, sulla via Comasina, il primo baluardo a destra del Castello.

I resti rinvenuti permettono di leggere la conformazione della pianta a triangolo acuto del baluardo fortificato con i suoi contrafforti interni, nota dalla cartografia storica. All’esterno correva il fossato difensivo. Altri resti corrono paralleli alla Feltrinelli; una porzione più consistente in elevato, in mattoni e blocchi in ceppo d’Adda, è stata attentamente restaurata. Il bastione fa parte delle mura lunghe circa 11 chilometri (le più estese in lunghezza a quell’epoca in Europa), realizzate tra il 1550 e il 1560 per ordine di  Don Ferrante Gonzaga, governatore di Milano, che saldandosi alle fortificazioni a stella intorno al Castello, ampliavano la città e ne disegnavano la forma a cuore. Esse la cingevano con un fossato all’esterno e con poderose muraglie sostenute all’interno da contrafforti voltati e da un terrapieno. Perduta la funzione difensiva, nella seconda metà del Settecento gli spalti vennero trasformati in passeggiata panoramica, sistemati con giardini pensili e filari di alberi, dove passeggiare o andare in carrozza. Con l’apertura del nuovo asse verso il cimitero Monumentale si realizzarono nel 1880 sulla punta i due caselli daziari di Porta Volta di Cesare Beruto.

Il futuro: il bando per il completamento del progetto delle “due piramidi” e le nuove aree verdi

La Soprintendenza è quindi intervenuta indicando nuove prescrizioni per la futura edificazione dell’area, in modo da escludere ogni interferenza con i ritrovamenti archeologici: il progetto per il nuovo edificio è stato così modificato prevedendo una riduzione dell’area effettivamente edificabile (circa 600 metri quadrati) e dei diritti edificatori collocabili, passati da 3.035 a 2.816 metri quadrati di slp con destinazione terziario. Secondo la nuova configurazione, sui 2.200 metri quadrati compresi tra viale Montello e via Volta nascerà un edificio più piccolo rispetto alla Feltrinelli, spazi pubblici per 700 mq, finalizzati alla valorizzazione degli scavi, e una nuova area verde di 550 mq adiacente al Giardino Condiviso di Lea Garofalo, l’area verde di circa 1800 mq gestita dai cittadini, che verrà preservata. Entro la fine dell’anno l’area comunale verrà messa a bando per individuare uno sviluppatore privato che realizzi l’intervento.

Come previsto da un ordine del giorno legato al Piano di Governo del Territorio approvato il 14 ottobre, inoltre, gli oneri di urbanizzazione legati alla realizzazione del progetto saranno vincolati – oltre alle sistemazioni dell’area ed alla manutenzione dei caselli già previsti dal piano – alla piantumazione di un’area oggi adibita a parcheggio lungo i Bastioni di Porta Volta e la realizzazione di un filare alberato lungo viale Pasubio.

L’Amministrazione ha già elaborato un’ipotesi di progetto, illustrata oggi pomeriggio, per i due interventi ambientali che andranno a dialogare con il parco lineare di 3.300 metri quadrati in corso di realizzazione lungo viale Crispi e la nuova area verde che sorgerà accanto alla seconda “piramide”. In particolare, si prevede un nuovo filare alberato di 250 metri composto da circa 35 alberi lungo viale Pasubio e una nuova area verde di circa 2.000 metri quadrati lungo i Bastioni di Porta Volta. Il nuovo intervento porterà inoltre il rifacimento di tutti i marciapiedi lungo viale Montello e via Volta e il completamento del percorso ciclopedonale lungo viale Montegrappa.

“Piazzale Baiamonti ad oggi è un progetto incompiuto – dichiara l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran –. La presenza della Feltrinelli è stato il primo passo per la sua rigenerazione, insieme alla dismissione del distributore di benzina. Ora bisogna procedere, da un lato completando un progetto di notevole qualità architettonica, dall’altro garantendo una maggior consistenza di verde nel quartiere, in linea con gli obiettivi del Piano di Governo del Territorio. Ringraziamo quindi la Soprintendenza e lo studio Herzog & De Meuron per il supporto nella ridefinizione di un intervento che migliorerà la qualità urbana di un’area della città che tra la rivitalizzazione di via Sarpi, di piazzale Cimitero Monumentale e piazza XXV Aprile e la riconversione delle cosiddette  aree Ex Enel è in continua evoluzione”.

“Lo studio  Herzog & De Meuron – secondo la soprintendente Antonella Ranaldi – ha progettato un intervento unitario ‘geniale’ nelle soluzioni architettoniche del taglio obliquo alle estremità e del telaio modulare esteso all’intero involucro, creando effetti ottici particolari giocati sulla geometria delle rette parallele su piani verticali e inclinati. Il completamento prevede la stecca gemella, ma molto più corta in modo sia mantenuto il Giardino Condiviso. Durante la bonifica della Tamoil sono emersi a – 40 centimetri di profondità tratti significativi del bastione. Si è chiesto di mantenerne questa testimonianza che permette di leggere la pianta del baluardo a cuspide. Ciò ha comportato l’eliminazione dei piani interrati e anche una modifica del progetto in modo che i resti archeologici fossero visibili, come area pubblica, all’interno e all’esterno a giardino. Il rinvenimento non è stato un ‘accidente’ di percorso, ma un’occasione ben accolta dal Comune e dai progettisti, in linea con l’intervento ispirato in modo calligrafico al bastione a formare la nuova cuspide moderna, nella compresenza, nel progetto rivisto, tra memoria, rinvenimenti archeologici e contemporaneità in una sistemazione urbana e paesaggistica con filari alberati”.

Per lo studio di progettazione Herzog & de Meuron “L’intervento di Porta Volta è un progetto intrinsecamente milanese, inserito in un’ampia nuova area verde ad uso pubblico. Con la loro scala, struttura, ripetizione e l’essere stati ideati come costruzioni gemelle, i nuovi edifici attingono ai temi dell’urbanistica e architettura milanese, che nel corso della storia hanno prodotto una serie di edifici emblematici, per i quali la città di Milano è largamente conosciuta e ammirata”.

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