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COVID19: Ecco la guida per fare la spesa nella Milano diventata improvvisamente a porte chiuse!

Un aiuto per individuare i servizi che resistono in questi giorni bui nelle strade di periferia. Ma anche i consigli utili per trovare in città i negozi risparmiati dalla paralisi scatenata dal coronavirus.

Le lavanderie: ecco dove si trovano le vetrine ancora accese

Trovare una lavanderia aperta sta diventando sempre più difficile. “Non c’è lavoro e ogni giorno è sempre peggio”, spiegano dalla lavanderia del centro commerciale di Bonola. Ma in pochissimi resistono e garantisco il servizio. Alcuni con variazioni di orario, come la tintoria Buozzi in via Piacenza 20 e la lavanderia “Impronta pulita” in via Vittadini 5, che lavorano soltanto la mattina. La lavanderia Nardella in via Carlo Torre 45 resta aperta fino alle 18. Lava&stira&ripara in via Schiaparelli 14 riduce il suo orario di esercizio dalle 8 alle 18, invece che alle 20, perché “dopo le 18 non c’è più in giro nessuno”. Resiste con qualche piccola variazione di orario la lavanderia Medeghino in via Medeghino 15. Aperte regolarmente la lavanderia i Faraoni in via Bertieri 2, la lavanderia-tintoria Buonocore in via Rucellai 4, la Giustoprezzo in via Imbonati 56.Operativa anche Lavarapido Ok in via Crispi 5: “Può capitare che qualche mattina apro un po’ in ritardo perché i mezzi pubblici passano con meno frequenza”, si scusa in anticipo la proprietaria. La lavanderia Borsieri (al civico 7) assicura sulla sua pagina Facebook che resta aperta, offrendo anche consegna e ritiro a domicilio. Poi ci sono gli incerti, quegli esercizi che oggi lavorano ma domani non sanno se varrà la pena restare aperti. Si tratta ad esempio della lavanderia stireria Silva in via Silva 29, della tintoria San Cristoforo in via Sforza 5 e del lavasecco Nicoletta in via Scalvini 8. Per il lavaggio fai-da-te restano aperte le “All wash” in via Imbonati e via Mercantini.

Gli hotel: aperti ancora in pochi e i prezzi precipitano

Delle classiche 35 mila stanze di hotel di cui è dotata Milano, dalla prossima settimana ne resteranno a disposizione solo un migliaio. Lo spiega Maurizio Naro, presidente dell’associazione albergatori di Milano, affiliata a Confcommercio. È una stima, aggiunge, «perché la situazione è fluida ma si va verso uno stop generale: stanno venendo meno anche le clientele fisse, penso ad esempio a quella di chi lavora con le compagnie aeree». Le grandi catene per adesso stanno dislocando tutta la clientela rimasta su un solo hotel, i piccoli invece hanno già chiuso battente. Qualche esempio di albergo ancora in servizio: il Marriott in zona Fiera, il Novotel a Linate, lo Starhotels alla stazione Centrale, il Brunelleschi in centro. Su Booking la disponibilità online sembra ancora ampia ma bisogna prestare attenzione, perché laddove c’è la scritta “una sola camera rimasta a disposizione sul nostro sito” — e sono a decine che hanno la dicitura, facendo quasi pensare al pienone — si tratta in realtà di hotel chiusi che piuttosto che “disconnettersi” dalla piattaforma hanno preferito utilizzare questa scorciatoia, così da restare comunque in buona posizione nella ricerca. I prezzi delle stanze intanto sono crollati: si trovano stanze matrimoniali anche a 45 euro in alberghi a tre stelle, un terzo del solito. “Molti di noi — aggiunge Naro — approfitteranno per fare quei lavori di manutenzione che nel pieno delle attività si tende sempre a rimandare. Cerchiamo così di farci trovare al meglio quando torneremo alla normalità”.

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I tabaccai: tutte le zone rifornite “Qui l’autocertificazione”

“Il servizio è garantito in tutta Milano, oltre l’80 per cento delle attività è aperto”. Così Emanuele Marinoni, presidente provinciale della Federazione italiana tabaccai rassicura sul funzionamento dei punti vendita, che, sottolinea, sono “circa mille in città”. Le tabaccherie sono tra le attività commerciali autorizzate a rimanere aperte dal governo. La scelta di sollevare o meno la saracinesca spetta al titolare, ma il fatto che i giorni di chiusura, ad oggi, vengano considerati “di ferie” e che la procedura per chiudere sia piuttosto complessa, spingono i gestori a resistere. “Le persone, anche se meno numerose, continuano a venire — spiega Alessandro, dipendente di Tabacchi 88, in corso Vercelli — . Qui intorno siamo aperti solo noi e il supermercato”. Lo stesso accade nel Centro commerciale San Giuliano, in via Lorenteggio, dove l’unica attività aperta (insieme alla farmacia) è la Tabaccheria Cristina. Del resto molti sono negozi di quartiere e forniscono servizi alla comunità, dal pagamento delle bollette alla ricarica dei telefoni cellulari e non solo. “Ieri, per esempio, diverse persone sono venute per stampare l’autocertificazione per poter circolare”, aggiunge Carmine Gagliardi, titolare della Tabaccheria Cimarosa, nell’omonima via.

La richiesta maggiore, però, è di sigarette. “Tante persone comprano stecche per fare scorta, sia per uscire di meno sia perché temono che le misure possano inasprirsi e che anche i tabaccai siano obbligati a chiudere”, sottolinea Norina, dipendente della Tabaccheria 569, in piazzale Piola, dove — come negli altri esercizi — il bar interno non è in funzione.

Via Lorenteggio: autofficina aperta, l’ottico consegna a casa

La chiusura degli esercizi commerciali risparmia le attività che forniscono servizi di primaria importanza. Non solo alimentari e farmacie, ma anche officine, tintorie, edicole e non solo. In via Lorenteggio è aperto il negozio di telefonia al civico 35 e, spiega il commesso Alberto, “la gente continua a venire da noi”. Lo stesso vale per la Tintoria Azzurra, poco distante. Perché a tutti i cittadini è chiesto di non uscire, ma chi deve continuare a farlo ha bisogno comunque di servizi. Lo sa bene il titolare del Supermercato del pneumatico: “Ha chiamato un medico per sapere se siamo aperti — racconta — . Le ruote si bucano anche durante l’emergenza e il nostro contributo può servire per i mezzi di soccorso”. Pensa lo stesso anche Aldo, gestore dell’Autofficina Midas al 264 di via Lorenteggio, che ha iniziato la giornata con la macchina di un farmacista. Tra gli alimentari, oltre ai supermercati, lavorano le attività di quartiere come Bontà più e il caseificio Tentazioni del latte, nella vicina via Tolstoi, da cui — spiega una dipendente — “passano meno persone, ma acquistano di più”. Resta aperta anche la macelleria di Giovanni Baragiola, in via Vespri siciliani, dove «si entra uno alla volta». Chi può, poi, si organizza. Come l’Ottica dei portici, che è chiusa al pubblico ma accetta prenotazioni. “I clienti ordinano per telefonano i prodotti che possono essere consegnati a casa o ritirati in negozio su appuntamento”, spiega il titolare Lorenzo Miniotti. E lavora anche l’edicola di Maria Loffreda, che chiude “un po’ prima la sera”, ma continua “a offrire un servizio ai clienti affezionati”.

Viale Monza: al mercato comunale si compra senza ressa

Lungo viale Monza, percorrendo gli oltre cinque chilometri da piazzale Loreto a Sesto San Giovanni, i negozi rimasti aperti sono una cinquantina. Circa un decimo delle serrande normalmente aperte. Nove minimarket gestiti da stranieri con prodotti internazionali, nove tra panifici, panettieri, pasticcerie e pastifici, ma anche tre fruttivendoli e così via. Solo per fare qualche esempio, al civico 32 resta aperta alla clientela la macelleria Bottani, una caffetteria e insieme tabaccheria al 116; al semideserto mercato coperto comunale, nella prima metà venendo da Milano del lungo viale (civico 54), restano in servizio tre macellerie, un pastificio con servizio bar, una salumeria e un fruttivendolo. Non è detto che avverrà lo stesso anche la prossima settimana perché — spiegano qui — la clientela è veramente ridotta al minimo. Poi ci sono i supermercati, rimasti tutti in servizio: un Carrefour, una Sma, un Lidl al civico 224, un ex Auchan, un discount Penny. Piccola e ulteriore annotazione per gli amanti degli animali: in zona c’è un Arcaplanet — civico 289 — e il “Maxi zoo animali”, al 162. I bar tabaccherie con la serranda aperta sono cinque, un solo alimentari classico, una pizzeria da asporto, la “Alfa”, civico 104. Aperte tutte le farmacie e così anche le filiali degli istituti di credito. Al 191 resiste un ferramenta. Nota a margine per i cittadini: sono almeno due i posti di blocco delle forze dell’ordine fissi all’ingresso di Sesto, uno in entrata e uno in uscita.

Via Imbonati: panifici, market, macellai e gli acquisti per gli animali

Via Imbonati è un deserto di poche anime, tutte con le mascherine e una borsa della spesa in mano, che camminano rapide verso casa dopo le commissioni di prima necessità. Il pane, il latte, le sigarette. È quasi tutto chiuso: un susseguirsi di negozi che hanno tirato giù le serrande. Tutti i ristoranti, le pizzerie, i centri estetici, i parrucchieri e la sala giochi sono chiusi. Qualcuno desiste, ma intervengono due pattuglie della polizia per far chiudere subito: gli agenti non se ne vanno finché il proprietario del negozio di parrucchiere arabo non tira giù la serranda. C’è un unico bar aperto, La Torre, ma all’ingresso c’è un cartello di scuse ai clienti perché non si potrà effettuare servizio bar, ma soltanto tabacchi. Niente caffè e brioche al banco per la colazione. Saracinesche abbassate per i kebab e i minimarket cinesi. Gli unici negozi che restano aperti sono i minimarket arabi e indiani. Le edicole sono aperte, così come i panifici e le macellerie arabe. In una di queste c’era un gruppo di clienti che aspettava di entrare, rispettando poco la distanza di un metro forse per paura di perdere il turno. Aperti i negozi che vendono prodotti per la pulizia della casa, come Acqua & Sapone e IperSoap. Garantisce l’apertura la farmacia al civico 55 e resta aperto anche il Vitaminstore che vende integratori. Il negozio con più coda per entrare è l’Arcaplanet, che vende prodotti e cibo per gli animali. Aperti regolarmente anche i negozi di telefonia e la lavanderia Giustoprezzo. Da qui i supermercati più vicini sono l’Esselunga ad Affori e il Carrefour in via Farini.

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