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Le particelle dello smog trasportano il coronavirus nell’aria

E’ certa la presenza del coronavirus nel particolato atmosferico . Lo smog, quindi, può trasportare e diffondere il patogeno nell’aria. Ciò, tuttavia, non significa che si tratti di una carica virale sufficiente a scatenare l’infezione; dovrà essere dimostrato da studi ad hoc.

E’ quanto emerge da una ricerca condotta dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) con le università di Trieste, Bari, Bologna e l’Ateneo di Napoli “Federico II”. “Possiamo confermare di aver dimostrato la presenza di RNA virale del SARS-CoV-2 sul particolato atmosferico rilevando la presenza di geni specifici, utilizzati come marcatori molecolari del virus, in due analisi genetiche parallele”, afferma Leonardo Setti, coordinatore del gruppo di ricerca. “Le prime evidenze relative alla presenza del coronavirus sul particolato – spiega Setti – provengono da analisi su 34 campioni di PM10 in aria ambiente di siti industriali della provincia di Bergamo, raccolti dal 21 febbraio al 13 marzo”.

Alla luce di queste considerazioni, gli autori dello studio sottolineano la grande importanza nell’indossare la mascherina chirurgica “da parte di tutta la popolazione” e di mantenere il distanziamento sociale. I livelli di particolato sottile, inoltre, in futuro potrebbero essere usati come indicatori precoci per verificare la possibile ricomparsa del coronavirus, dandoci il tempo di prendere tutte le misure necessarie per evitare la nascita di nuovi focolai.

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