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Sì agli incontri con i familiari più stretti (anche anziani, ma indossando la mascherina), sì alla ripresa delle attività motorie a distanza e sì anche alla possibilità di rientro nel luogo di domicilio o residenza di chi è rimasto bloccato dal lockdown nelle città in cui studia o lavora.

Resta però l’autocertificazione, anche se sarà diversa e con più possibilità. Sarà possibile tornare a celebrare i funerali, ma soltanto alla presenza dei familiari più stretti ( non più di 15 persone) ma per riprendere le messe bisognerà aspettare ancora. La riapertura dei negozi invece, come anticipato da Repubblica, è prevista per il 18 e non più per l’11 per dare modo di valutare in 14 giorni gli effetti della prima riapertura.

Sono le prime libertà che gli italiani dovrebbero riacquistare dal 4 maggio secondo le indiscrezioni che escono dall’incontro ancora in corso della cabina di regia in cui il premier Giuseppe Conte insieme al ministro della Salute Roberto Speranza e a quello degli Affari regionali Francesco Boccia sta illustrando ai rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali le principali novità della Fase 2 che dovrebbero essere inserite nel nuovo Dpcm che potrebbe essere approvato stasera e di cui il premier parlerà, alle 20.20, in una conferenza stampa affrontando probabilmente anche il tema degi aiuti europei.

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Gli spostamenti
A insistere per mantenere l’obbligo dell’autocertificazione per gli spostamenti all’interno del Comune o della Regione sono stati in particolare i ministri Speranza e Boccia. Cambierà il modulo perchè saranno molte di più le possibilità di muoversi all’interno del proprio Comune e della propria Regione, non ancora invece in altre regioni anche se cadrà il divieto, che era stato introdotto con il lockdown, di spostarsi dal luogo in cui ci si trovava verso quello di domicilio o di residenza. Sarà dunque possibile per gli studenti o i lavoratori o chiunque altro rimasto bloccato in un’altra città dal lockdown fare ritorno a casa.

Gli incontri
Una prima apertura al ritorno ad incontrarsi arriva con l’autorizzazione a vedere familiari stretti, genitori, sorelle, fratelli, nonni. Il che non vuol dire consentire riunioni di famiglia. Soprattutto per proteggere i più anziani è prescritto l’uso della mascherina.

Attività motorie
Come annunciato, dunque, sarà consentita la ripresa dell’attività motoria non più nei pressi della propria abitazione, sempre individualmente o comunque a distanza di almeno un metro, con la sola eccezione di persone conviventi nella stessa casa. Sì anche all’attività motoria con i figli o alle passeggiate con persone non autosufficienti. Potranno riprendere ad allenarsi anche gli atleti professionisti delle attività individuate dal Coni, non gli sport di squadra per i quali la ripresa potrebbe essere il 18 maggio .

Bar e ristoranti in take away
In attesa della riapertura di bar e ristoranti (probabilmente non prima della fine di maggio) viene confermata, a partire dal 4, la possibilità di fare ristorazione con le modalità di vendita da asporto oltre che di domicilio.

I negozi
Per gli esercizi commerciali al dettaglio la riapertura è fissata per il 18 maggio e non per l’11 come ipotizzato in un primo momento. Su richiesta del Comitato tecnico scientifico si è ritenuto di programmare step di riapertura di 14 giorni per verificare gli effetti di ogni riapertura. Parrucchieri, barbieri, centri estetica invece non prima di giugno.

Messe e funerali
Accolte solo in parte le richieste della Cei per la ripresa delle funzioni religiose. Dal 4 maggio potranno essere nuovamente celebrati i funerali ma solo alla presenza degli stretti familiari, non più di 15 persone. E tutti dotati di mascherina. No invece alle messe nonostante la proposta articolate di misure di distanziamento da parte della Cei

Le attività produttive 
Confermato anche il calendario delle ripartenze delle attività produttive. Si comincia il 4 con il comparto manufatturiero, edilizia e cantieri, commercio all’ingrosso funzionale a queste filiere.

Musei e mostre
Come anticipato in un’intervista a Repubblica dal ministro ai Beni culturali Dario Franceschini, musei, mostre e luoghi culturali all’aperto riapriranno il 18 maggio.

Sono queste le indiscrezioni filtrate dalla cabina di regia tra governo ed enti locali vper definire la Fase 2. Il premier Conte illustrerà il dettaglio del nuovo decreto questa sera con una conferenza stampa alle 20.20.

Gli enti locali
Intanto, mentre alcune Regioni come il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno emesso ordinanze che allentano le restrizioni, tredici sindaci di Comuni capoluogo di Città Metropolitana (in testa Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente Anci), hanno dettato all’esecutivo le linee guida in dieci dieci punti per il superamento del lockdown. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha spinto invece l’accento sulla necessità di riorganizzare la mobilità delle grandi città.


Milano, come sarà spostarsi in metro in fase 2: parla Beppe Sala

“Alla stazione della metropolitana di Cadorna – ha detto –  in condizioni normali noi facevamo entrare 6mila persone all’ora al mattino, con le misure che oggi ci indicano ne faremo entrare probabilmente 1500, cioè il 25%, e tra l’altro potremo farne entrare, per poi disporre bene gli utenti sulle banchine, 75 alla volta”.

“Non se ne esce, se non si trovano altre formule, quindi anche l’idea di parlare di piste ciclabili non è una scelta ideologica, ma è una scelta di visione e anche di necessità”, ha spiegato.

Sala ha annunciato che il Comune di Milano ha preparato un documento, “Milano 2020“, che spiega quali azioni metterà in campo per la ripartenza, invitando tutti i cittadini a dare il loro contributo con idee e proposte.

“È già oggi in rete sul sito del Comune di Milano e da domani raccoglierà anche le vostre idee. Una signora ieri, al mio post sul 25 aprile dedicato ai bambini, ha scritto ‘rimetteteci in libertà con idee intelligenti’, idee intelligenti le hanno tutti ed è quindi importante l’ascolto”.

“Oggi – ha sottolineato – è davvero il momento di uscire dalle posizioni ideologiche o dalla critica ideologica. È veramente importante che insieme si rifletta su come fare“.

“In quel documento c’è una sottolineatura sulla logica dei quartieri, che a Milano sono circa 90 e noi stiamo facendo uno sforzo perché nel proprio quartiere i cittadini possano trovare tutti i servizi fondamentali”, ha concluso Sala.

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