Attilio Fontana nuovo ospedale
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La sua apertura, all’inizio di aprile, ha coinciso con il calo dei pazienti ricoverati nei reparti lombardi di terapia intensiva: i pazienti transitati per la struttura sono stati in tutto 25, mentre quelli attualmente ricoverati sono 5.

Era stato uno dei simboli dell’impegno della collettività contro il Covid: un ospedale sorto dal nulla grazie alle donazioni dei privati. Poi erano arrivate le polemiche sulla scarsa affluenza, sulla mancanza di medici e sul fatto che non fosse attrezzato per gestire una pluralità di patologie – dai reni al cuore – legate al coronavirus. Adesso il Covid Hospital realizzato nella Fiera di Milano potrebbe chiudere i battenti.

L’annuncio arriva da Antonio Pesenti, direttore della Rianimazione del Policlinico di Milano, che gestisce la struttura: “Penso che a breve chiuderemo l’attività della Fiera se le cose vanno avanti così – ha detto in un’intervista a Fanpage.it – e intendo entro un paio di settimane”. In questo momento la struttura infatti conta solo 5 letti occupati.

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Ma la Regione Lombardia frena, parlando di una decisione non ufficiale, bensì ancora “in fase di valutazione”.

“Oggi in tutta la Regione abbiamo ricoverato 10 pazienti in terapia intensiva nuovi – ha spiegato il direttore Pesenti – Ne abbiamo dimessi 13, quindi il numero di ricoverati in terapia intensiva continua a scendere. Io penso che resterà lì a disposizione delle future emergenze“, ha aggiunto. Poi ha menzionato il nuovo decreto del governo, “per cui le Regioni dovranno avere una scorta di posti di terapia intensiva” e quindi “se la Fiera corrisponderà ai requisiti che il governo chiederà, resterà in piedi”. Altrimenti “verrà chiusa o smantellata”.

E le attrezzature verranno impiegate in altri ospedali o in altre attività di assistenza. Per spiegare l’utilità dell’ospedale in Fiera, il primario lo ha paragonato alle scialuppe di salvataggio che ci sono su un traghetto. “Noi avevamo chiesto di avere a disposizione dei letti nel caso in cui l’epidemia avesse continuato a crescere, ma al 10 di marzo e nessuno poteva prevedere quando si sarebbe fermata”, ha concluso Pesenti, ricordando le “previsioni catastrofiche: fino a 140mila posti di terapia intensiva occupati in Italia”.

La Regione ha immediatamente risposto con una nota, in cui si spiega che “ogni decisione relativa alla rete ospedaliera lombarda va inserita nell’ambito di una programmazione che spetta esclusivamente alle scelte strategiche complessive della Direzione generale Welfare regionale.

In tal senso – prosegue la nota – si evidenzia che sia per l’ospedale della Fiera di Milano, sia per le altre strutture lombarde impegnate prevalentemente al contrasto del Coronavirus, si è ancora in una fase di valutazione generale e non è stata presa alcuna decisione

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