1583651978058.jpg coronavirus  conte firma il decreto  chiuse lombardia e 14 province
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“Abbiamo predisposto un piano articolato per la riapertura”, ha dichiarato il premier GIuseppe Conte in serata, chiarendo che “in questo  momento la Lombardia sta affrontando una prova più difficile rispetto alle altre regioni, quindi consiglio a tutti i lombardi di essere particolarmente attenti. Ma in questo momento non abbiamo motivo di dire alla Lombardia che non apre. Perché non è nella fascia che giustifica la chiusura”.

Il premier ha quindi ribadito che da lunedì non saranno più necessarie le autocertificazioni per spostarsi “all’interno della regione senza alcuna limitazione. Si potrà andare dove si vuole: nei negozi, in montagna, al mare.

riprende la vita sociale. Rimane il divieto di uscire per chi è positivo al virus e per chi è in quarantena o ha sintomi. Resta il divieto di creare assembramenti. In questa fase bisognerà comunque rispettare la distanza di un metro. Raccomandiamo di portare la mascherina, in alcuni casi saràobbligatoria. Da una regione a un’altra ci si può spostare per i motivi già noti. Gli spostamenti interregionali sono limitati fino al 3 giugno. Se i dati continueranno a essere incoraggianti, potremo tornare a muoverci in tutta Italia senza limitazioni”. E dal 3 giugno “sarà possibile spostarsi anche tra gli Stati Ue senza obbligo di quarantena per chi arriva in Italia. Questo favorirà anche la ripresa del turismo”.

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Dal 25 maggio riaprono le palestre e poi, dal 15 giugno “riaprono teatri, cinema, e sarà a disposizione dei nostri bambini un ventaglio di offerte e di attivita’ ludico e ricreative. Le regioni potranno ampliare queste misure e nel caso restringerle”. Per la ripresa del campionato di calcio, invece, “servono più garanzie, che ora non ci sono”

Dal 18 maggio, intanto, “riapriranno tutte le attività di commercio al dettaglio, tutte le attività di cura della persona, estetisti, parrucchieri, ma anche bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Sempre rispettando le misure e i protocolli di sicurezza”. Conte si è detto “consapevole che per alcuni settori riapertura non significherà ripresa economica e rilancio degli affari”, ma anche se “il decreto rilancio, nonostante una cifra considerevole di 55 miliardi, non potrà essere la soluzione di tutti i problemi, stiamo comunque dando una mano a chi può ripartire”.

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