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Il nuovo piano di aiuti Europei a fondo perduto e i 4 Paesi contrari

Meno risorse del previsto, ma distribuite interamente attraverso sovvenzioni a fondo perduto. C’è una proposta di compromesso sul Recovery Fund, il fondo europeo per la ripresa economica. Una proposta che, nonostante il mandato affidato dal Consiglio europeo a Ursula von der Leyen, non arriva da Bruxelles, ma da Parigi e Berlino. Angela Merkel ed Emmanuel Macron hanno trovato ieri un’intesa (a distanza) per un fondo da 500 miliardi. Secondo i due leader, il nuovo strumento dovrà essere finanziato attraverso debito comune Ue, con obbligazioni emesse dalla Commissione, e poi ridistribuito «alle regioni e ai settori più colpiti» con trasferimenti a fondo perduto.

Ora, ricevuta la direzione di marcia, toccherà a von der Leyen elaborarne i dettagli all’interno di un piano complessivo che includerà anche il prossimo bilancio Ue 2021-2027. La presidente della Commissione ha parlato di «una proposta costruttiva» e con ogni probabilità il 27 maggio presenterà l’intero pacchetto. Dopodiché i governi dovranno raggiungere un’intesa. Perché, come ha ricordato ieri Macron, «un accordo franco-tedesco è necessario, ma non sufficiente». Per il via libera serve l’unanimità, ma i negoziati sul bilancio 2021-2027 si erano interrotti a febbraio proprio per la mancanza di un accordo.

A puntare i piedi erano stati i «Quattro Frugali», vale a dire i leader di Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca. Che continuano sulla stessa linea. Ieri si sono sentiti dopo l’incontro Merkel-Macron: «La nostra posizione non cambia» ha avvertito Sebastian Kurz. «Siamo pronti ad aiutare i Paesi più colpiti» ha detto il cancelliere austriaco, ma «con prestiti». Non con trasferimenti a fondo perduto. Dietro le parole dei nordici c’è la loro fermezza, ma anche tanta tattica negoziale. Al contrario di Roma e Madrid che già parlano di «un passo nella giusta direzione», sottovalutando il fatto che – alla vigilia di una trattativa – non è molto saggio mostrarsi troppo ottimisti sulla proposta di partenza se la si vuole migliorare.

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Nel compromesso con Berlino, il presidente francese ha accettato uno strumento con un volume di risorse nettamente inferiore ai mille miliardi chiesti da Parigi e dalle altre capitali del Sud. La cancelliera tedesca, dal canto suo, ha dato il via libera alla distribuzione delle risorse interamente attraverso trasferimenti diretti. Ma ha fatto scrivere nel comunicato che sarà necessario «un impegno chiaro da parte degli Stati membri ad applicare politiche economiche sane e un programma di riforme ambizioso». Per la distribuzione delle risorse, von der Leyen sta infatti pensando di utilizzare lo «Strumento di bilancio per la convergenza e la competitività» (Bicc), il cosiddetto Bilancio dell’Eurozona, che prevede fondi in cambio di riforme strutturali.

Cento miliardi per l’Italia

L’Italia, secondo fonti citate dai media e fatte risalire a Palazzo Chigi, si aspetta che le venga messa a disposizione una fetta sostanziosa degli aiuti previsti dal Recovery Fund: cento miliardi di euro. Ed è una cifra alla quale aveva fatto riferimento lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel corso di un’audizione in Parlamento a inizio maggio: Il ministro aveva parlato di 200 miliardi di risorse in arrivo dalla Ue da tutto il ventaglio di strumenti Ue, incluso il Mes. «L’Italia – aveva detto Gualtieri – potrebbe avvalersi del Sure per circa 20 miliardi per gli ammortizzatori sociali», e la linea di credito della Bei «potrebbe produrre circa 40 miliardi di finanziamenti per l’Italia». A tali cifre va aggiunto l’eventuale uso del Mes (36 miliardi, ha detto Gualtieri) e «poi il Recovery Fund. Dipenderà dalle dimensioni, ma sono fiducioso che almeno un altro centinaio di miliardi di risorse potrebbero essere utilizzate per il nostro Paese».
Si tratta di risorse rilevanti, ovviamente, e che per giunto non rappresentano «prestiti», ma aiuti a fondo perduto. Come hanno spiegato Merkel e Macron dopo la videoconferenza di lunedì pomeriggio, gli aiuti «non saranno rimborsati dai destinatari» ma «dagli Stati membri» nel loro complesso, per citare le parole del presidente francese, Emmanuel Macron. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha peraltro sottolineato che il denaro arriverà «dal bilancio dell’Ue, quindi non prestiti» e sarà messo «a diposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia». Lo spread tra Btp decennale e Bund tedesco, nel frattempo, ha aperto in deciso calo martedì mattina, all’indomani della notizia della svolta franco-tedesca sugli aiuti Ue.

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