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Il 28 luglio, il Municipio 1 ha approvato la proposta dell’assessore all’Urbanistica del Pd, Mattia Abdu, che comporterebbe una rivoluzione della mobilità nella cerchia interna dei Navigli. In particolare, nell’ordine del giorno passato dal parlamentino del centro, si immagina di raddoppiare lo spazio destinato a bici e mezzi pubblici, riducendo invece quello per le auto private.

Nel tratto che va da Cadorna a Lanza, sarebbero dunque due le corsie, una per senso di marcia, riservate a bus, taxi, moto e bici. Una sola corsia centrale, a senso unico e antiorario, per le automobili.

La proposta è concreta ma ancora lontana dalla realizzazione. Il prossimo step è lo studio della fattibilità, anche se i calcoli preventivi, spiega il presidente del Municipio 1, mostrano che le dimensioni delle strade dovrebbero essere sufficienti in quasi tutte le zone interessate.

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Nell’attesa del vaglio tecnico e del passaggio in giunta comunale, non mancano però le proteste, da parte dell’opposizione di centrodestra. Se l’obiettivo è quello di liberare il centro dalle auto, eliminare ingorghi e ripristinare una ciclabile ormai vecchia, l’accusa all’amministrazione è di non aver compreso le necessità della città.

Il capogruppo della Lega Morelli sostiene che Milano debba “essere lasciata libera di correre a mille all’ora”. Un parere simile proviene dal presidente di Taxiblu: “a Milano la gente viene non per turismo, ma per lavorare e spostarsi con rapidità“.

E in effetti il modello “bikelane”, con la corsia per le bici disegnata per terra con vernice come in corso Buenos Aires, potrebbe incontrare delle difficoltà in alcune zone. Ad esempio, in aree critiche come via Carducci o via Pontaccio, si stanno valutando altre soluzioni, come un “doppio senso promiscuo” aperto anche ad auto private.

Insomma è chiaro che sono varie le esigenze da conciliare per continuare la trasformazione di Milano verso una  maggiore sostenibilità.

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