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Milano, in via di chiusura il ristorante di Del Piero: saracinesche giù al N10

Prendi una location incastonata tra Porta Nuova e Corso Como, aggiungi un nome vip di richiamo e lega il tutto con una formula inedita e furba. Il risultato si chiama N10, con chiaro riferimento all’ex calciatore Alessandro Del Piero, ispiratore del progetto realizzato con un team di imprenditori (in testa Francesco Tafuro) che a capo di questa avventura hanno voluto Corrado Michelazzo, chef di lungo corso che ha alle spalle una carriera (stellata) nel Far East.

n10 ristorante del piero milanoSembra però che sia  già naufragata l’esperienza di “N10 Milano”, il ristorante che l’ex fantasista della Juventus ha aperto lo scorso ottobre in via Monte Grappa, a due passi dai grattacieli di Porta Nuova.

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In piena emergenza coronavirus, come capitato a tutti i ristoratori, Pinturicchio è stato costretto a chiudere le porte del suo locale, che ad oggi non ha mai più riaperto. “Informiamo la gentile clientela che N10 Milano non ha ancora deciso una data di riapertura. Vi invitiamo a consultare il sito per aggiornamenti. Grazie”, si legge sul sito ufficiale. Una comunicazione neutra, stringata che sembra sia il preludio a una definitiva chiusura.

Infatti, da quanto si apprende i gestori del locale hanno già comunicato agli abituali fornitori che il ristorante non riaprirà più, anzi ha già avviato le pratiche per dichiarare il fallimento.

“È un viaggio per chi ama il life sharing, per chi vuole a qualsiasi ora di qualsiasi giorno mangiare, bere e vivere un’esperienza a 360 gradi in un’unica location”, avevano spiegato lo scorso anno dallo staff al momento dell’apertura. Poi, però, da febbraio – con l’epidemia e il lockdown – tutto è cambiato.

N10 Los Angeles, l’altro ristorante di Del Piero, aperto oltreoceano, è tornato ad ospitare i clienti, mentre il gemello meneghino è ancora fermo al palo e questo potrebbe essere un altro elemento che indirizza verso la chiusura definitiva.

Covid, “strage” di locali

Quello dell’ex capitano della Juve, purtroppo, non sarebbe l’unico locale costretto a chiudere dalla serrata causa covid. I primi a pagare un prezzo altissimo all’emergenza sanitaria sono stati i locali di musica e spettacolo dal vivo, con il coronavirus che ha pian piano immaginariamente staccato le casse e abbassato le saracinesche del Serraglio, dell’Ohibò e del Blues House.

Poi è arrivato il turno dei bar e dei ristoranti: chiuso il caffè letterario Walen, chiuso il Paper Moon – locale con oltre 40 anni di storia alle spalle – e chiuso anche il ristorante dello chef Filippo La Mantia.
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