milano ansa
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Coronavirus, nuova impennata dei casi in ITALIA: +19.143 contagi e 91 morti in 24 ore.

Situazione sempre più complessa soprattutto in Lombardia dove prosegue l’impennata di contagi e ricoveri. “Purtroppo la linea epidemiologica sta salendo: oggi 5mila positivi in più rispetto a ieri. Soprattutto 350 ricoveri in più tra terapia intensiva e non intensiva” ha riferito il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, in conferenza stampa in Regione, anticipando alcuni dati del bollettino di Palazzo Lombardia, previsto come di consueto nel pomeriggio.

In totale i posti letto di terapia intensiva occupati sono 170. Covid-19 non arresta la sua marcia in Città Metropolitana: “Il virus ha ripreso a circolare in maniera violenta. A Milano città attorno a mille contagiati” ha detto il presidente delle Regione. Intanto al Portello ha riaperto i battenti l’ospedale in Fiera, che ha iniziato a ospitare i primi pazienti.

FONTANA CONFERMA LA DIDATTICA A DISTANZA:

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Il presidente Attilio Fontana tira dritto sulla didattica a distanza in Lombardia nonostante la contrarietà della maggior parte dei sindaci dei capoluoghi di provincia.

E conferma l’ordinanza che la prevede per le scuole superiori a partire da lunedì prossimo. “Mi assumo la responsabilità di questa scelta.

Ho chiesto la dad per un breve periodo e la dirigente scolastica regionale mi ha dato totale disponibilità ad accettare tale richiesta”, ha comunicato il governatore lombardo dopo l’incontro on line con i primi cittadini.


Ats: “Milano come Lodi a marzo, con Rt a 2,35 il lockdown è inevitabile”

A Milano il coprifuoco non basterà: è inevitabile e imminente un nuovo lockdown.

A dirlo è Antonio Giampiero Russo, responsabile di Epidemiologia dell’Agenzia di tutela della salute (Ats, l’ex Asl) del capoluogo lombardo, che prevede un’imminente e ulteriore stretta per contenere i contagi da Coronavirus che a Milano sembrano ormai fuori controllo: ieri sono stati 753 nella sola città, 1858 in tutta la provincia sugli oltre 4000 totali in Lombardia.

Il lockdown, secondo l’esperto contattato dall’agenzia “Ansa” “è inevitabile con un Rt a 2,35”. Si tratta del tasso che misura i contagi in un dato periodo di tempo, un valore che diventa a rischio quando è superiore all’1 e che ormai da dieci giorni, come aveva spiegato anche il sindaco Beppe Sala, a Milano è superiore a 2.

Il virus si è riattivato in estate
Non basterà a frenare il contagio, secondo Russo, il coprifuoco dalle 23 alle 5 che entrerà in vigore da questa sera a Milano e in tutta la Lombardia: “Oggi Milano è come era Lodi a marzo”, dice usando un paragone efficace. Secondo l’esperto il virus si è riattivato a Milano, che era stata lambita solo di striscio dalla prima fase dell’epidemia, in estate, “con le persone che sono andate ovunque in Spagna, Grecia e Croazia e hanno riportato il virus in casa”. La situazione rispetto a marzo è però un po’ diversa per quanto riguarda il numero di tamponi – se ne fanno di più – e la “coscienza sociale” dei cittadini che secondo l’esperto sta aumentando. Anche Russo ha confermato ciò che il direttore sanitario di Ats Milano Vittorio Demicheli aveva detto a Fanpage.ti e che è stato poi ribadito ieri anche dall’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, e cioè che il tracciamento dei contatti dei positivi è ormai impossibile: “Sono diventati troppi i tracing: ogni caso porta a 50 interviste, della durata di due o tre ore ciascuna. Occorre una forza lavoro che non abbiamo”.

I comportamenti di quest’estate e il progressivo ritorno alla vita sociale hanno comportato che “il virus è cresciuto di più, soprattutto nelle fasce giovani, quelle che hanno figli a scuola e contatti professionali. Se Milano è veloce, è veloce anche il virus”. La soluzione è quindi un lockdown, che però potrebbe durare per un tempo minore, magari due settimane, “proseguendo con eventuali altri brevi lockdown a ‘fisarmonica’”.

Secondo Russo “non è pensabile lasciare stabilmente aperte tante terapie intensive, troppo costose, perché stabilmente abbiamo bisogno di altri tipi di interventi”: bisogna quindi “diventare capaci ad aprire e chiudere rapidamente, come hanno fatto in Cina”.

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