conte 4 maggio
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Il 15 novembre è una data da segnare in rosso perché da quel giorno si potrà capire che direzione prenderà il governo in vista del Natale. Giuseppe Conte, dopo la firma sull’ultimo Dpcm, ha spiegato che “serviranno altri sacrifici per preservare le Feste”.

Da una parte c’è chi spera per un allentamento delle misure, dall’altra c’è chi spinge per una chiusura totale. Medici in testa.

Palazzo Chigi e il ministero della Salute, con l’ultimo DPCM, hanno costruito un meccanismo che ha diviso l’Italia in 3 fasce. Ma i numeri dell’epidemia potrebbero richiedere nuove misure.

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Da qui a domenica capiremo se la curva va in una direzione o in un’altra, questa è l’idea degli scienziati.

Ecco allora che nel governo si fa una nuova ipotesi d’azione per tenere la curva dei contagi più stabile possibile, senza intervenire con un nuovo DPCM.

Ovvero utilizzare un piano di ordinanze di Governatori e Sindaci per ridurre la mobilità.

Un lockdown leggero e nazionale che consentirebbe alle imprese, fabbriche, professionisti di andar avanti, a discapito della chiusura di bar, ristoranti e altri esercizi commerciali.

Allo studio quindi la chiusura di alcuni negozi che avevano ottenuto una deroga nelle zone rosse e, contestualmente, uno stop ai negozi nel weekend. Rimarrebbero dunque aperte solo farmacie, parafarmacie, alimentari, edicole e tabacchi.

Come intervenire?

Il pressing del Governo sarà sulla chiusura di Comuni dove si sono creati focolai, chiusure di strade e piazze e ordinanze Regionali.

Per evitare gli assembramenti, gli stessi sindaci potranno agire sulla base dell’ultimo DPCM.

Anche sulla scuola è battaglia, perchè alcuni ministri e governatori vorrebbero sospendere le lezioni in presenza anche per il primo ciclo, contrariamente al pensiero del ministro Azzolina.

La data cruciale resta dunque il 15 novembre, mentre ai piani alti si lavora ancora sui colori. Ci sono infatti altre regioni pronte a diventare arancioni, mentre la Campania potrebbe addirittura finire in zona rossa.

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