zona rossa zona arancione 2
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Lombardia in zona arancione oggi 10 gennaio (come il resto d’Italia) e per i prossimi giorni, in attesa del nuovo dcpm che sarà in vigore dal 16 gennaio e che potrebbe portare a una nuova stretta in regione.

E’ atteso infatti nei prossimi giorni il nuovo Dpcm che farà scattare nuove restrizioni.

Una linea dura che si è resa necessaria alla luce della curva epidemiologica: a preoccupare non c’è solo l’aumento dell’ormai noto indice di contagio Rt ma anche la pressione sugli ospedali, in particolare sulle terapie intensive.

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I prossimi giorni saranno scanditi da vertici e riunioni: già domani un primo vertice tra maggioranza, Regioni, Anci e Upi.

Dopo le consultazioni interne all’esecutivo, le linee guida del provvedimento potrebbero essere illustrate in Parlamento già mercoledì 13 gennaio.

 La nuova stretta rischia di portare la Lombardia nuovamente in zona rossa.  “Siamo in zona arancione molto vicino alla zona rossa, con Rt 1,25 e con l’indice di occupazione delle rianimazioni rischiamo di passare in zona rossa” ha spiegato ieri il governatore Attilio Fontana.


Il nuovo parametro per la zona rossa

Tra le misure al vaglio per rendere ancora più rigorose le misure anti-Covid c’è anche l’ipotesi di nuovo parametro per decidere se una Regione deve finire in zona rossa.

Infatti, dopo l’abbassamento della soglia dell’Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, ora è il dato sull’incidenza a vedere stringere i parametri: se superasse i 250 casi ogni 100mila abitanti farebbe scattare la misura più restrittiva automaticamente.

La proposta è stata avanzata dall’Istituto superiore di Sanità, ed condivisa dal Cts. In questo modo sarebbe ancora più facile entrare nella fascia rossa.

La prossima settimana, se i parametri non migliorano, rischiano di diventare rosse la Lombardia e altre 11 regioni. Ecco quali: Emilia Romagna (Rt 1.05), Friuli Venezia Giulia (0.91), Lazio (0.98), Liguria (1.02), Lombardia (1.27), Marche (0.93), Piemonte (0.95), Provincia di Bolzano (0.81), Provincia di Trento (0.85), Puglia (1), Umbria (1.01) e Veneto (0.97).

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