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Just Eat, la piattaforma di consegne di cibo controllata da Just Eat Takeaway.com, avvierà da marzo 2021 le prime assunzioni di rider in Italia. I contratti partiranno dalla Lombardia, introducendo rapporti di lavoro subordinato secondo il modello Scoober: un inquadramento, già previsto in alcuni paesi europei, che classifica i corrieri come lavoratori dipendenti.

Il contratto dovrebbe garantire tutele come compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno e festivi, oltre a coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali.

Nel dettaglio del compenso, l’azienda garantirà inizialmente «un compenso orario del valore medio di circa 9 euro – scrive l’azienda in una nota -. Si tratta di un valore indicativo, che si ottiene applicando su una paga base di 7,5 euro l’ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore. A tale somma si aggiungerà un ulteriore sistema di bonus legato al numero di consegne». L’azienda prevede l’apertura di «hub» che serviranno da centri di snodo per i corrieri, mettendo a loro disposizione mezzi come bici elettriche ed e-scooter.

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Cgil: ora identificare Ccnl e alzare i minimi retributivi

I sindacati hanno accolto positivamente l’apertura dell’azienda, ma si aspettano dei passi successivi. «Condividiamo gli obiettivi delineati oggi da Just Eat – dice Cristian Sesena, responsabile dell’area Contrattazione Mercato del lavoro della Cgil -. Definire tutele salariali e normative nel solco della subordinazione è da sempre una rivendicazione del sindacato confederale». Per la Cgil, prosegue «è prioritario identificare al più presto un contratto collettivo nazionale, a partire da quello merci e logistica. Dovrà essere punto di riferimento per fissare i minimi retributivi. Quanto stabilito, in questa fase transitoria, in maniera unilaterale da Just Eat non risponde certo alle nostre richieste e alle aspettative dei lavoratori». «All’azienda abbiamo chiesto – sottolinea Sesena – di condividere un accordo di secondo livello che sia da un lato capace di rispondere all’esigenza di coniugare flessibilità e sostenibilità, dall’altro di garantire un salario certo e dignitoso, un minimo orario garantito, un sistema premiante equo, il riconoscimento di agibilità e diritti sindacali».

«Saranno circa 3.000 le assunzioni di riders con contratto di lavoro subordinato che inizieranno già nel mese di marzo, sia a pieno tempo che part-time – scrive Cisl in una nota -. Ma bisogna prima trovare un punto di incontro attraverso il quale stabilire regole chiare e adeguate tutele per i lavoratori».

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