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Mutazioni del virus nel 64% dei contagi, negli ospedali in un solo giorno oltre 200 ricoveri in più nei reparti Covid. Ecco perché il governatore Fontana non esclude mosse preventive: potrebbe scattare il blocco generale dei negozi e la chiusura delle scuole

La Lombardia è arancione sempre più scuro e l’ombra della zona rossa si avvicina. Nel giorno del passaggio in zona arancione rafforzata di tutti i comuni della Provincia di Como, di 18 comuni della Provincia di Mantova, di 9 comuni della Provincia di Cremona, compreso il capoluogo, di 13 comuni della provincia di Pavia e di 10 comuni della Città Metropolitana di Milano, continua a peggiorare la situazione pandemica in tutta la regione. In particolare, cresce il numero dei ricoverati in terapia intensiva, dove ci sono 476 pazienti, 35 in più di ieri, mentre negli altri reparti i positivi al Covid sono 4.408, con un aumento di 184. La provincia prima per contagi è Brescia con 884 casi, seguita da Milano con 767 (di cui 303 in città), 564 a Varese, 486 a Monza, 324 a Como, 148 a Pavia, 146 a Bergamo, 114 a Mantova, 100 a Cremona, 91 a Lecco, 54 a Lodi e 34 a Sondrio. La regione teme, dunque, che il cambio di colore con l’introduzione dell’arancione “rafforzato” allargato a una cinquantina di Comuni, alla fine, possa non bastare.

Lombardia, preoccupano le varianti

A pesare sono soprattutto le varianti, in modo particolare quella inglese che, come ha confermato il vice presidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti in Consiglio Regionale, è presente nel 64% dei casi lombardi,  rispetto al 54% del dato nazionale riferito dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Il ministro della Salute Roberto Speranza illustrando il contenuto del nuovo Dpcm è stato chiaro: “La variante inglese ha una particolare capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato a determinare che in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno in Dad, così come nei territori dove il tasso di incidenza del virus è pari o superiore a 250 ogni 100 mila abitanti”. Una circostanza che nelle province di Brescia, Como, e nei Comuni che da lunedì sono passati in zona arancione rafforzato, è già una realtà.

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Nel frattempo a Brescia, è stata isolata una nuova variante del Covid definita ‘nigeriana’. “Per la prima volta in Italia abbiamo isolato il virus portatore di queste mutazioni che preoccupano perché potrebbero conferire resistenza ai vaccini anti Covid oggi disponibili” ha spiegato Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili della città lombarda. E a Varese si sta studiano una variante trovata a Viggiù, cittadina al confine svizzero che era stata inserita in fascia rossa (da cui uscirà domani per entrare in arancione scuro così come Bollate e Mede).

Regole più severe

L’ordinanza del governatore Attilio Fontana riflette le regole della zona arancione: sono vietati gli spostamenti al di fuori della propria Regione e del proprio Comune di residenza. Ci si potrà spostare solo per comprovati motivi di salute, lavoro e necessità. Rimane ancora in vigore il coprifuoco nazionale previsto dalle ore 22 alle ore 5 del mattino successivo. Vige inoltre l’obbligo di usare la mascherina chirurgica sui mezzi di trasporto. La novità più importante riguarderà le seconde case: in zona arancione rafforzata infatti non ci si potrà recare.

Cosa cambia per bar e ristoranti: le nuove regole

Bar e ristoranti torneranno a essere chiusi: sarà consentito solo l’attività di asporto o consegna a domicilio. Per i bar, l’asporto sarà previsto solo fino alle 18 mentre per i ristoranti fino alle 22. Il domicilio sarà invece possibile fino a mezzanotte. Chiudono anche i musei e gli istituti culturali che avevano riaperto nelle scorse settimane. E chiudono anche tutte le altre attività per le quali vige l’obbligo dello smart working lì dove è possibile.

Cosa cambia per le scuole e le università con l’ordinanza della Regione Lombardia
In zona arancione rafforzata inoltre chiudono tutte le scuole di ogni ordine e grado: asili nidi, scuola dell’infanzia, scuole medie e scuole superiori resteranno chiuse fino a data da destinarsi. Per loro sarà prevista quindi la didattica a distanza. Sorte condivisa anche dalle università: saranno infatti sospese le lezioni in presenza.

 

 

 

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